Cos’è il private equity, come funziona e perché può salvare le aziende

Per private equity (PE) si intende una tipologia d’investimento in compagnie non quotate che presentano un buon potenziale di crescita. Al giorno d’oggi esistono molteplici modalità con le quali supportare la nascita e lo sviluppo di un progetto imprenditoriale. Fra tutte, il private equity è la la forma di finanziamento preferita prediletta da molti player, soprattutto quelli istituzionali.

Cos’è il private equity

Negli ultimi decenni si parla spesso di private equity, in particolare dopo la crisi del 2008 e la pandemia da Coronavirus. Sebbene non si tratti di una tipologia d’investimento nata di recente, il private equity ha conosciuto un vero e proprio boom negli ultimi due decenni, in particolar modo dopo la crisi finanziaria del 2008 e durante la pandemia da Coronavirus. In linea di massima, quando si parla di PE si va a indicare una serie di investimenti con cui si può finanziare un’impresa sottoscrivendo azioni di nuova emissione o inserendo nuovi capitali.

Si tratta in poche parole di un finanziamento che non crea debito. Questo accade perché l’investimento viene fuori dal mercato pubblico: nella maggior parte dei casi, sono investitori che finanziano un’impresa con azioni di nuova emissione oppure le comprano da soggetti terzi. I soggetti che investono in un’impresa mediante private equity sono i cosiddetti private equity investor, mentre le compagnie che gestiscono la raccolta di fondi e l’acquisto delle quote societarie per conto degli investitori prendono il nome di private equity fund o private equity firm.

Quando nasce il private equity

Per tutti, la nascita del private equity coincide con la fondazione nel 1945 della compagnia britannica 3i Group. Questa consentì alla Bank of England di finanziare con capitale di rischio le piccole imprese con alto potenziale di crescita. Al netto di questa data storica, alcuni economisti sono concordi nell’affermare che un principio di PE si sia verificato nei primi decenni del XX secolo nell’affair Carnegie Steel Corporation ad opera di John P. Morgan (1837-1913), fondatore dell’omonima banca che oggi .

Le compagnie di private equity si propongono l’obiettivo di raccolgono i fondi dagli investitori che hanno manifestato interesse nei confronti di determinate compagnie. Gli investitori possono ssere banche, società assicurative, aziende quotato, personalità influenti del business, fondi di pensione o investitori retail. Una compagnia può eseguire l’acquisto di nuove azioni anche per conto di Exchange traded fund (Etf) o hedge fund, ovvero i cosiddetti fondi d’investimento speculativi.

crisi aziendale e private equity

Quante sono le tipologie di PE

Uno degli investimenti più importanti delle compagnie di PE è nelle seed capital, ovvero nelle startup costituite di recente. In qualuità di startup, spesso sono prive di fatturato e sprovviste di garanzie reali.

Chi finanzia una startup è spesso considerato un angel investor, ovvero un ricco benefattori che dal punto di vista giuridico potrebbe anche scegliere di investire pro domo suo senza fini di lucro. Esistono poi investimenti Leveraged Buyout: si compra un’azienda, la si risistema a livello finanziario e poi la si rivende in un secondo momento. Poi ci sono due tipi di going: public (andare verso una quotazione azionaria) e private (andare verso la privatizzazione, uscire dai mercati finanziari in modo permanente o temporanea. Un’ultima tipologia di PE è la mezzanine financing: è una forma ibrida di finanziamento tra il PE e il finanziamento puro.

Come funziona il private equity

La prima azione di un fondo private equity è quella di acquisire le quote (solitamente per un tempo non inferiore a 5 anni). Poi in un secondo momento, il fondo può liquidare tutte le quote societarie acquisite in precedenza (per altri 5 anni) in tre modalità differenti:

  • cessione delle quote finanziate dopo la quotazione in un listino regolamentato
  • cessione delle quote a un’azienda concorrente o a un altro fondo PE
  • cedere le quote alla società che si è contribuito a finanziare

Le differenze fra venture capital e private equity

Per alcuni economisti sono sinonimi, ma tecnicamente sono due cose diverse. Il venture capital è una forma specifica di PE attraverso cui quale si possono finanziare startup innovative, progetti con un potenziale e aziende che non sono più in fase d’avviamento, ma presentano flussi di cassa negativi. Il venture capitalist infatti investe in progetti che progetti che stanno uscendo dalla fase di avviamento, mentre l’angel investor avrebbe la predilezione per le realtà molto piccoli o per idde creative che hanno dato vita a società molto piccole che non hanno ancora ricevuto finanziamenti da altri soggetti.

Perché il PE può salvare le aziende

In primo luogo, il PE dona subito liquidità. Linfa vitale per le aziende in difficoltà, che non devono ricorrere a metodi tradizionali come le obbligazioni o i prestiti. Il private equity può aiutare un’azienda a emergere e crescere in fase di avviamento. Il capitale immesso può inoltre aiutare le aziende a crescere e migliorare la loro presenza sul mercato.

Anche gli investitori possono trarre vantaggio dal private equity, perché possono guadagnare cifre considerevoli dopo aver venduto le quote delle società sui mercati finanziari. Le quote naturalmente possono essere comprate e/o vendute anche se l’azienda non concorre nel mercato azionario.

(fonte immagine: Yandex.com) 

7 Dicembre 2022